La Roma che non sai by Fabio Isman;

La Roma che non sai by Fabio Isman;

autore:Fabio, Isman; [Isman, Fabio ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Intersezioni
ISBN: 9788815410313
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2023-08-15T00:00:00+00:00


XIX

Leonardo va a caccia di fossili

Monte Mario, e, sulla sommità, l’Osservatorio astronomico di Villa Mellini.

Il periodo in cui Leonardo da Vinci è a Roma, tra il 1513 e il 1516, è tra i meno documentati nella sua esistenza. Eppure, era una stagione formidabile: contemporaneamente, sono in città, dove lavorano nel Vaticano e altrove, anche Raffaello, che dipinge le Stanze; Michelangelo, che da un paio d’anni ha affrescato la volta della Sistina e continua a progettare la tomba di Giulio II, la «sciagura della mia vita»; Bramante, che ha realizzato il Cortile del Belvedere, e dirige i lavori per il nuovo San Pietro. Un simile raduno di immensi artisti non era mai avvenuto prima.

Sappiamo che Leonardo lascia Milano il 24 settembre 1513, con i pupilli Francesco Melzi e Gian Giacomo Caprotti detto Salaì; e vive nel Palazzo del Belvedere, in Vaticano, ospite di Giuliano de’ Medici duca di Nemours e fratello di papa Leone X. Che progetta la bonifica delle paludi pontine (il primo ad averci pensato era stato Giulio Cesare), appaltata dal pontefice proprio al fratello. Che va a Bologna, e conosce Francesco I di Francia. Forse, crea il San Giovanni Battista, che porterà in Francia ed è oggi al Louvre; rileva le misure della basilica di San Paolo; disegna il porto di Civitavecchia; compie una gita a Tivoli. Invero, un po’ pochino, per quasi tre anni di soggiorno.

Anche se Vasari ci informa di un paio di quadri, andati perduti. Lavora pure a un vecchio progetto, quello degli specchi per convogliare i raggi del sole e riscaldare una cisterna; ma non va d’accordo con degli specialisti tedeschi, convocati apposta. Riprende gli studi d’anatomia, e magari sono proprio questi lavoranti, con una lettera anonima, ad accusarlo di stregoneria, perché sezionava i cadaveri nell’ospedale di Santo Spirito. Giuliano era via: a lui sembra opportuno accettare l’invito di Francesco I, e andare in Francia. L’ultima traccia a Roma è dell’agosto 1516. Dove di Leonardo resta poco. Ad esempio, il San Girolamo, incompiuto, l’unica sua opera in città ora nella Pinacoteca Vaticana, nasce a Firenze verso il 1480; scomparso per secoli, è ritrovato per caso nella Capitale attorno al 1800: segato in due parti, usate come sgabello e da coperchio per una panca.

Secondo un valente storico con decine di libri all’attivo, Roberto Zapperi, per lungo tempo redattore dell’Enciclopedia Treccani, a Roma avrebbe però dipinto anche la Gioconda, che quindi non sarebbe Monna Lisa, ma Pacifica Brandani di Urbino, morta di parto dando alla luce il futuro cardinale Ippolito, figlio di Giuliano de’ Medici, che subito si precipita in città. Un ritratto postumo, si ignora a che cosa dovuto; una richiesta del ragazzo, «papà, come era la mamma»? Un’effigie di fantasia, o il volto enigmatico è proprio quello di Pacifica, che l’urbinate Bramante, con lui al Belvedere, aveva certamente conosciuto? Zapperi porta non poche prove e indizi; tra cui che Leonardo era allora bandito da Firenze: quindi, come avrebbe potuto eternare Lisa Gherardini del Giocondo? Si può aggiungere che due studiose, «cacciatrici» di paesaggi nei



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